Un’ottima annata

filare

David Zonta – Torino –

Pochi giorni fa ero nelle Langhe per un sopralluogo ad un giardino che vorrebbe diventare più vivibile e più bello, e questa gita di due giorni mi ha dato l’opportunità di vivere e respirare quella zona in questo periodo.

Cosa significasse stare in Langa a metà Settembre, non l’avevo mai saputo. Inizia il periodo della vendemmia, l’atto conclusivo di una stagione di lavoro impegnativa colma di sudore, stress e preoccupazione. Come dire, fin qui abbiamo fatto tutto bene, tutto il possibile, ora vediamo cosa ne verrà fuori. E tutto questo è eccitante.

Rimorchi colmi di grappoli trainati da super trattori, su e giù per le piccole strade di collina, e tu dietro incolonnato e a bassa velocità. Ma va bene così, provi rispetto e pensi: coraggio fate un buon lavoro e speriamo che questa sia una buon annata, anzi un’ottima annata.

E allora ho voluto toccarla con mano quest’uva e sono andato a sporcarmi le scarpe nella terra rossiccia e ben tenuta di un filare ancora colmo di grappoli. Li mi son reso conto di quanto la mano dell’uomo sia l’espressione del significato etimologico della parola perfezione. Filari ordinati, allineati e gentilmente ricurvi come un caloroso abbraccio, ogni foglia al suo posto, ogni posto una sua foglia. Verso il basso, abbondanti grappoli di uva scura colmi di acini stanno in bella mostra e ben fanno e possono perché osservandoli, proprio non riesci a trovar loro un difetto e scorgi in loro il tepore primaverile e il solleone estivo, vedi lo sbalzo termico tra il giorno e la notte, vedi la rugiada serale che avvolge i vigneti, vedi la pioggia e la luce che cambia con il cielo coperto di nubi.

E’ venuto da sé che il seguito di questo incontro sia sfociato nella degustazione di un’ottima bottiglia di quel vino dalle uve prodotto e che ho voluto celebrare in una terrazza speciale con un dipinto come panorama, nel quale i parallelismi dei filari incrociano le morbide curve delle colline.

E’ stata una grande esperienza che mi ha permesso di vedere una pianta che conosco fin da bambino, con un’attenzione diversa.

Sono rientrato a Torino con la voglia di proporre questa pianta antica quanto il mondo, nei miei progetti di giardini e terrazzi. Ho voglia di piantarne una sul mio balcone, per poter osservare i grappoli d’uva maturare, e voler pensare che possa sempre essere…un’ottima annata.

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