Comporre con i fiori

Io e le peonie

14 Settembre 2018

L’alzata in peltro in mezzo al tavolo smania di vestirsi di fiori. Li stai pulendo e preparando per potersi trasformare in una composizione, un ensemble floreale nel quale ognuno fa la sua parte e ognuno da il massimo.

Le spugne idrofile imbevute d’acqua sono pronte ad accogliere fiori e foglie, e si sistemano sul piatto d’alzata; sono ben unite tra loro, consapevoli di essere base e fondamenta di tutto ciò che verrà, e che il loro posizionamento sarà determinante per un buon risultato. Tu stai finendo di preparare il materiale a disposizione: bellissimi Garofani color rosa antico, Rose floribunde rosso scuro, Alstroemeria viola, rami di Physalis Alkekengi arancio, e una manciata di Girasoli ai quali però hai tolto i petali tenendo solo il grande occhio centrale. E poi i verdi, cioè il fogliame, come eucalyptus, foglie di aralia, salal e felci.

Comporre con i fiori significa chiudere gli occhi e immaginare il risultato finito, significa avere in mente lo spartito e saperlo eseguire a memoria. Significa non aver fretta di iniziare. Passi in rassegna i fiori, il verde e la frutta (già, perché hai pensato di inserire e preparare anche grappoli d’uva rosata, melagrani e mele rosse), e li visualizzi e con il pensiero li inserisci nella spugna.

Ora tutto è pronto. La luce filtra lieve dalle finestre e disegna riflessi d’ombra sul tavolo di legno antico. Accendi la musica, la tua preferita, e puoi iniziare.

Le mani prendono a muoversi come se si immergessero tra il bianco e nero di una tastiera; prima le foglie più grandi, a girare intorno, poi i verdi più leggeri. La forma prende corpo, si intravedono le linee e la dimensione. La musica incalza e tu sei assorto in quest’esercizio mentre i pensieri scorrono come un nastro nel proiettore. Il coltellino diventa l’undicesimo dito delle tue mani che abilmente lo maneggiano, e taglia e accorcia i gambi prima di essere inseriti nella spugna. Un solo tentativo per bucarla, quindi calcola bene la lunghezza, la posizione, la distribuzione del colore, e poi via, con mano sicura.

Una sorta di transumanza floreale, quell’enormità di materiale sul tavolo ora è sull’alzata in peltro che gongola per quanto bella è diventata. La composizione è finita, la musica e la luce filtrante sono cambiate. Fai tre passi indietro e osserva. Vedi un tavolo antico, una composizione che è un capolavoro e che è lo specchio del tuo sorriso.

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